giovedì 6 agosto 2009

Siamo proprio dei masochisti


Su "la Repubblica" di ieri è comparso un articolo che spiegava quanto la vita fosse meno cara in Italia meridionale rispetto a quella settentrionale, facendo in qualche modo da spot promozionale per il ritorno delle c.d. gabbie salariali richieste qualche giorno prima dal Ministro per la Semplificazione normativa, il leghista Roberto Calderoli.
L'autrice dell'articolo, Luisa Grion, evidenzia dati verissimi, ma dimentica di spiegarne il perché.
La spiegazione è nello studio condotto dall'ISTAT riguardo il lavoro non regolare svolto in ogni provincia italiana (di cui ho riportato una figura). Lo studio è relativo all'anno 2003 , ma le proporzioni tra le due zone del Paese rimangono immutate tutt'oggi.

Risulta, quindi, semplice capire il perchè di questa grande differenza nel costo della vita.
Se un negoziante compra merce per TOT. € a questi deve sommarci prima X €, che sono tutti gli altri costi che sostiene, compreso il costo dei contributi da pagare ai dipendenti e dopo Y € che è il suo margine di guadagno (mark-up).

Il lavoro sommerso, in quanto tale, non prevede che siano pagati contributi ai lavoratori. Di qui il ragionamento per cui la componente X per i commercianti che sfruttano i lavoratori è evidentemente minore. Ecco perché i prezzi sono più bassi!

A questo si somma il fatto che in tali zone, causa l'eccesso di offerta di lavoro, le retribuzioni nette, ancorché in nero e quindi non regolamentate, sono più basse di quelle elargite più a nord.
Quindi nel bilancio del negoziante disonesto anche la voce "costo del lavoro" risulta essere minore rispetto a chi rispetta la legge. Ecco perché i prezzi sono più bassi!

Questi lavoratori, guadagnando meno dei colleghi (spesso parenti) che lavorano in Italia settentrionale, devono pur prendere casa ed ovviamente non possono permettersi di pagare gli affitti che si pagano nel lì dove le retribuzioni sono maggiori. Ecco perché i canoni d'affitto sono più bassi!

Questi due fenomeni (lavoro sommerso, eccesso d'offerta) sono tipici dell'Italia meridionale. Ecco perché i prezzi sono più bassi!

Se uno di questi commercianti volesse diventare onesto ed assumersi tutti i costi che si assume un suo collega settentrionale, cosa succederebbe? Dovrebbe alzare i prezzi. Poi cosa altro succederebbe? I clienti vedendo che lui ha prezzi più alti degli altri non compreranno più da lui, o lo faranno molto meno. Il negoziante è andato fuori mercato e chiude.

Quindi non si può puntare il dito contro il singolo negoziante, ma bisognerebbe attuare una politica economica seria (altro che cassa del mezzogiorno o nuova banca per il sud) per risollevare queste zone, incominciando ad investire e dando lavoro, in modo da far diminuire l'eccesso d'offerta. Di conseguenza sparirà anche il lavoro sommerso.
Unico problema: la criminalità organizzata.
Questo è l'unico vero problema del meridione, il primo politico che lo segnerà al primo punto del suo programma avra il mio voto. Non ne ho ancora visto nessuno.
Ribadisco: i due punti fondamentali per la rinascita del meridione sono la lotta alla criminalità organizzata e la creazione di posti di lavoro.

Tornando alle gabbie salariali, credo che la soluzione non sia questa. Si dovrebbe diminuire lo stipendio dei meridionali (ma quali?quei pochi in regola), cosa che nessun Governo farebbe mai, tantomeno questo che è schiavo dei voti meridionali, oppure aumentare lo stipendio dei dipendenti settentrionali, cosa che all'elettorato delle Lega farebbe piacere. Ecco perchè, Calderoli ha buttato il sasso nello stagno.
Non certo per risollevare l'economia italiana, ma per una manciata di voti.


P.S.: Dalla descrizione dell'articolo sembra quasi che il sud sia un paradiso. Vorrei solo ricordare che negli ultimi 11 anni 700 mila persone (compreso me) sono emigrate dal sud al nord.

Siamo proprio dei masochisti.


Cogito ergo sum

Nessun commento:

Posta un commento